Cos’è la Psicoterapia psicanalitica e fenomenologica?

Sul piano psicoterapeutico, Psicoanalisi e Fenomenologia condividono la comprensione del disagio psicologico come di un’esperienza dotata di senso, esplorabile all’interno di una relazione terapeutica significativa, nonché la scelta di rivolgersi primariamente al vissuto (più che al comportamento) della persona che chiede aiuto.

La Fenomenologia privilegia l’osservazione delle esperienze umane così come si danno nella loro soggettività, poiché non esiste una “realtà in sé”, ma una realtà in relazione al proprio specifico sentire. Si attiene cioè a ciò che è visibile per evidenza, attraverso un metodo rigoroso e rispettoso che non dà nulla per scontato e mira a scardinare l’ovvietà.

A questo approccio, la Psicoanalisi aggiunge la preziosità e ricchezza della dimensione inconscia, dimensione imprescindibile da cui guardare ciò che ci accade e che facciamo accadere.

La psicoterapia è dunque un lavoro sartoriale tra terapeuta e paziente e non può prevedere “protocolli di aiuto” poiché ogni essere umano è caratterizzato da singolarità e sfumature proprie, e ogni incontro con il terapeuta è un incontro unico e irripetibile.

Psicoanalisi e Fenomenologia sono accomunate dall’amore per il dettaglio, per la particolarità, per la singolarità.
Le esperienze che facciamo acquisiscono una certa forma in relazione a ciò che abbiamo vissuto. Ogni persona incontra il mondo in un determinato modo a fronte di come stava in un dato momento e di come il mondo gli si è presentato. Non c’è quindi un sentire o un’esperienza “giusta” o “sbagliata” a priori, connotabile in modo slegato dalla propria storia personale, però c’è un momento in cui, proprio sulla scorta delle fatiche derivanti dai propri vissuti, si può provare il desiderio di avere più libertà di movimento nell’interazione col mondo, nel ventaglio di esperienze vivibili e nella varietà di emozioni abitabili. Ogni persona che chiede aiuto, attraverso la psicoterapia può prendere consapevolezza di come funziona, di quali sono le modalità e gli aspetti in cui si incastra, per poi trovare il proprio modo e tempo per disincastrarsi. La domanda di aiuto al terapeuta, il proprio sintomo, la propria difficoltà, contengono un enigma che mette la persona in movimento rispetto ai significati e alle associazioni. L’enigma diventa motore e così la domanda di aiuto, insieme al terapeuta, si trasforma in curiosità di sapere (cosa scopro di me, come sono fatto, quali esperienze sto vivendo, cosa si ripete e come..).

La psicoterapia è la continua co-costruzione di un universo di linguaggio simbolico, che schiude di volta in volta un orizzonte di comprensione, senza la pretesa di esaurirne l’enigma. Terapeuta e paziente collaborano nell’osservare cosa accade in seduta e nella vita della persona, cosa si ripete dentro e fuori, come questo avviene e quali processi evolutivi può innescare.
Il terapeuta è sempre dentro la relazione, “dentro il campo”.. non è mai “al di fuori del campo, a descrivere oggettivamente com’è l’altro davanti a lui”… l’altro è un altro in relazione CON lui. Ogni evento e ogni persona che incontriamo sulla nostra strada ci cambia, se accettiamo di lasciarci cambiare. E questo accade (reciprocamente) anche nella coppia paziente-terapeuta.

Insieme alle fatiche interne che possiamo fare nel percorso di terapia, si fa posto alle nostre spinte vitali, ai desideri, ai progetti, agli aspetti creativi. Anche il processo di conoscenza di sé può caratterizzarsi per la capacità di provare un senso di scoperta e sorpresa di fronte alle peculiarità della propria storia e dei propri funzionamenti.
Si può cambiare solo ciò che si vede, che si è conosciuto, che si è capito a cosa ci serviva e che magari può non servirci più.